Ottobre 13, 2020

Nel 1948 Orwell scriveva 1984.
C’è chi dice che fu profetico.

Io mi chiedo..

E se fosse stato proprio lui a gettare il seme del futuro che verrà?

Basta conoscere un minimo l’inconscio e la sua amplificazione nell’inconscio collettivo per riuscire a scorgere nel suo gesto l’embrione di una realtà che sarebbe prima o dopo successa, se il libro avesse avuto una cassa di risonanza significativa.

La cruda ed incredibile, fino a poco tempo fa, realtà descritta nel romanzo, scuote e non poco i paradigmi consci, creando uno squarcio significativo nello spazio delle emozioni.

In alcuni tratti il racconto risulta soffocante, in altri angosciante, per non dire terrificante.

Queste emozioni, covate durante la lettura da una popolazione inconsapevole, possono finire per creare una forma pensiero globale che nutre, giorno dopo giorno la creazione sul campo tridimensionale di ciò che risultava fiabesco nel mondo e quasi impensabile nella realtà del pre-covid.

Quasi 70 anni possono essere sufficienti per materializzare qualsiasi cosa, se si pensa cosa possiamo considerare come datato oggi ( ad esempio un cellulare con i tasti) mentre sembrava una chimera 70 anni fa.

Marconi fu internato dai suoi amici, considerato pazzo, perché disse che aveva scoperto come far passare informazioni attraverso l’aria.

Quindi perché può risultare impensabile l’assunto che Orwell, invece che profetico sia stato progettista?

Non ho idea di quanto possa esserlo stato consapevolmente, di certo è significativo il periodo, subito dopo essere usciti dal peggiore incubo dittatoriale esce un libro la cui trama finisce per far apparire la dittatura una passeggiata di salute.

Come se una forza invisibile armasse Orwel di parole utili a preparare la prossima prigione.

Perchè e ovvio, oramai ai più attenti, che ogni realtà è creata dal nostro inconscio profondo.

Quindi, se il nostro inconscio collettivo ha da decenni memorizzato l’immagine del mondo di Orwell ed oggi quella che chiamiamo realtà ne produce embrioni molto simili …

Chi è il mandante ?

Noi?

La fantasia di Orwel?

Il Fratello Maggiore? (Big Brother significa fratello maggiore, non grande fratello)

Ai posteri l’ardua sentenza.

Stefano Scialpi

About the author 

Stefano Scialpi

La sua carriera inizia con il progetto Task Force Balcani, per la Presidenza del Consiglio dei ministri ed in Fondazione Eni Enrico Mattei siede al tavolo con Domenico Siniscalco, futuro ministro dell’economia.

Correva l'anno 1999.

Da pioniere della comunicazione web, diventa in breve Project Manager e docente di neo laureati dell’Università Cattolica di Milano.

Nel 2002 si appassiona dello sviluppo delle potenzialità umane, da corsista ammira i suoi formatori e scopre una vocazione spontanea nei confronti della loro professione.

Nei 5 anni a Torino lavora su progetti ad alto impatto di UEFA, FIFA, NBC e rientrato a Milano collabora con Sky.

Nel 2007 la passione per l’insegnamento, le risposte negative della vita e la nascita della figlia lo spingono a riconsiderare le sue priorità e a sviluppare ciò che più lo appassiona: frequenta il triennio in pedagogia Steineriana e la scuola di Coaching, trovando la sua dimensione presso AsterysLab, di Giovanna D’Alessio e Pier Paolo Colasanti, pionieri del coaching in italia nel primo decennio del nuovo millennio.

Diventa Coach APCM nel 2011, sposando il modello ICF - International Coaching Federation.

Lavora per più di dieci anni come coach, attualmente prevalentemente nell’ambito Business, in progetti a largo respiro in multinazionali e Sport, con particolare dedizione ai calciatori professionisti.

Consegue la certificazione Mental Coaching che gli consegna il patentino CONI.

È autore di un romanzo dedicato alla crescita personale, Padre Figlio e Spirito Tanto e di un saggio che vuole portare luce su nuove chiavi di lettura relative all’inconscio, Il Manifesto dell’Inconscio.

Dal 2023 è Project Manager di FORMA-X, azienda con la quale sviluppa un modello di crescita personale e professionale innovativo nel quale l'individuo ed il team possono riorganizzare se stessi attraverso la ridefinizione dell'approccio mentale, emotivo, comportamentale e delle risorse interiori al singolo ed al gruppo

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