Febbraio 5, 2021

Spesso nell’indagine psicologica ci si ferma al livello dei condizionamenti, causa di numerosi limiti che poniamo a noi stessi prima ancora di cominciare ad agire.

Condizionamenti che sono frutto di paure spesso altrui, assimilate come profonde verità, spesso indissolubili.

Condizionamenti cui le persone credono con convinzione e, spesso arroganza, fino a che non si arrendono all’evidenza dei fatti, che non corrispondono più alle volontà.

Ci sono anche condizionamenti che a noi paiono come positivi, ma che i risultati smontano comunque.

Ad esempio può esserlo il ritenere che in un team tutti debbano agire con responsabilità, e quindi conoscano i propri compiti ed i tempi giusti nei quali eseguirli.

Sulla carta tutto giusto.

Numerosi manager per i quali lavoro lo sanno: la teoria non corrisponde quasi mai al risultato.

Come mai?

Non si conosce la differenza fra condizionamenti e codici.

I codici abitano nell’inconscio e dicono sempre la verità.
Portano quindi la persona esattamente dove il codice ha descritto in sé.

Ad esempio, un manager voleva che i suoi collaboratori… Collaborassero e non si fermassero a chiacchierare ogni volta che lui si girava!

Teoria perfetta.
Pratica… contraria.

Cosa diceva il suo codice inconscio?

“La mia parola non vale niente”

Cosa ricreava, questo codice?
La scena in cui mamma e papà, da piccolo, per l’ennesima volta mancavano ad una promessa nei suoi confronti.

Il suo codice inconscio, quindi, ricreava costantemente la stessa dinamica, con la speranza che la storia cambiasse ed il bimbo potesse finalmente fidarsi di mamma e papà.

Il condizionamento, quindi, rispondeva a quel codice ed agiva in sua alleanza.

Cambiare il condizionamento, senza sostituire il codice, è un pò come togliere i petali ad un fiore che ha la radice ammalata.

Continuerà ad appassire comunque.

Stefano Scialpi

About the author 

Stefano Scialpi

La sua carriera inizia con il progetto Task Force Balcani, per la Presidenza del Consiglio dei ministri ed in Fondazione Eni Enrico Mattei siede al tavolo con Domenico Siniscalco, futuro ministro dell’economia.

Correva l'anno 1999.

Da pioniere della comunicazione web, diventa in breve Project Manager e docente di neo laureati dell’Università Cattolica di Milano.

Nel 2002 si appassiona dello sviluppo delle potenzialità umane, da corsista ammira i suoi formatori e scopre una vocazione spontanea nei confronti della loro professione.

Nei 5 anni a Torino lavora su progetti ad alto impatto di UEFA, FIFA, NBC e rientrato a Milano collabora con Sky.

Nel 2007 la passione per l’insegnamento, le risposte negative della vita e la nascita della figlia lo spingono a riconsiderare le sue priorità e a sviluppare ciò che più lo appassiona: frequenta il triennio in pedagogia Steineriana e la scuola di Coaching, trovando la sua dimensione presso AsterysLab, di Giovanna D’Alessio e Pier Paolo Colasanti, pionieri del coaching in italia nel primo decennio del nuovo millennio.

Diventa Coach APCM nel 2011, sposando il modello ICF - International Coaching Federation.

Lavora per più di dieci anni come coach, attualmente prevalentemente nell’ambito Business, in progetti a largo respiro in multinazionali e Sport, con particolare dedizione ai calciatori professionisti.

Consegue la certificazione Mental Coaching che gli consegna il patentino CONI.

È autore di un romanzo dedicato alla crescita personale, Padre Figlio e Spirito Tanto e di un saggio che vuole portare luce su nuove chiavi di lettura relative all’inconscio, Il Manifesto dell’Inconscio.

Dal 2023 è Project Manager di FORMA-X, azienda con la quale sviluppa un modello di crescita personale e professionale innovativo nel quale l'individuo ed il team possono riorganizzare se stessi attraverso la ridefinizione dell'approccio mentale, emotivo, comportamentale e delle risorse interiori al singolo ed al gruppo

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