Uomo e donna, archetipi che hanno perso il loro più lontano significato, a causa di dominio, potere, paura.
Uomo, chi?
Colui che ha la visione, la perseveranza, la disciplina, il coraggio, la fermezza, la proattivita, l'azione, la scelta, la decisione, il rischio, la protezione nell'azione, il guerriero, la forza di far percepire forza a chiunque gli sia accanto e molto altro.
In origine.
Donna, chi?
Colei che ha l'ascolto, il calore, la fermezza, la visione nell'amore, la caparbietà, la forza nello stare, la forza nello stare degli altri, la forza nel far funzionare sempre e comunque a vantaggio di un bene superiore, il nutrimento, la sacerdotessa, l'amazzone, la guerriera, la madre, la delicatezza nell'amore e la delicatezza nella forza, la protezione nello stare, la saggezza, la fertilità, l'abbraccio, e molto altro.
In origine.
Poi arriva la civiltà e la costruzione di personaggi votati alla paura e voltati dalla paura.
Così, questi due umani, che uniti possono spostare le montagne, si separano e si sfidano, al punto di disconoscere se stessi a vantaggio di equivoci interiori che li depotenziano e li conducono al vizio, al conflitto, alla distruzione.
Disfunzioni che hanno portato forze maschili e femminili a confondersi, creando un caos generalizzato, nel quale la solitudine del perdente la fa da padrone, a discapito della solitudine del saggio, l'unica via per riuscire a vivere, crescendo, al cospetto di un altro essere umano.
È indispensabile promuovere una guarigione dalle distorsioni dagli archetipi, poiché la società ha confuso le giuste funzioni di ognuno.
È indispensabile consegnare gli inconsci ammalati ai loro proprietari, per sviluppare di nuovo il guerriero e l'amazzone, il cavaliere e la sacerdotessa.
È necessario iscriversi alla scuola dell'uomo e alla scuola della donna.
Oggi.
Per permettere ai bambini del futuro una età umana dell'oro.
Per assicurare alla nostra specie un futuro sano, credibile, nutriente.
Stefano Scialpi