Marzo 18, 2021

Quando il tuo genio è incompreso?

Nella ricerca della migliore versione di te, spesso puoi trovarti di fronte a persone o situazioni che sembrano non essere all'altezza delle tue capacità e del tuo valore.

Le tue peculiarità vengono messe a dura prova, le tue capacità sono a disposizione di chi sembra non valorizzarle abbastanza e che per di più, ha il diritto di giudicarle, senza averne il valore.

Ti trovi in un contesto che non ti permette di valorizzare te stesso, ma anzi, ti spinge a peggiorare le tue performance.

Questo, però, ti posiziona anche in un altro ruolo, rispetto a te stesso.

Il ruolo del finto leader.

IL FINTO LEADER

Partiamo da un presupposto inequivocabile: Per motivi che forse non ti spieghi, la situazione in cui ti trovi l'hai creata tu.

Volente o nolente ti trovi esattamente qui, quindi tutti i passi che hai fatto hanno contribuito a questo.

Anche se non ti piace, ne sei l'unico responsabile.

La conseguenza prima è quindi il porsi una domanda:

Perché mi trovo qui?

Se ti trovi al cospetto di un gruppo di persone con le quali il tuo valore finisce per non essere riconosciuto, è probabile che tu abbia creato questa realtà proprio per sentirti il migliore.

Per il tuo inconscio se gli altri non ti riconoscono, può rappresentare 2 codici distinti, che cooperano per la stessa missione: Il tenerti nella mediocrità.

I CODICI DEL FINTO LEADER

Io sono il migliore
Io sono il peggiore

Eccoli i due codici dai quali dipende il finto leader.

Ma come, sono contrari!

Come possono essere miei codici, se dicono l'opposto?

Lo sono perchè rappresentano la dualità cui sei abituato e vengono soddisfatti entrambi, quando ti trovi al cospetto di chi "ti fa" sentire incompreso: 

[ Nessuno ti fa sentire incompreso, sei tu a sentirti incompreso agli occhi degli altri, la responsabilità è sempre tua ]

Come verifichiamo se due codici opposti possono coesistere e sabotarti entrambi?

Li esaminiamo entrambi.

Io sono il peggiore

Partiamo dal codice che a nessuno piace ma che si insinua in ognuno di noi, nella vita, a causa del senso di colpa.

Anche  nelle semplici situazioni nelle quali sei spinto a dare il meglio di te, se non approfondisci le profondità dell'inconscio, potresti agire con tanta forza solo perchè le tue profondità urlano con tutte se stesse che tu sei il peggiore.

Come risposta spontanea il tuo sistema, pur di non ascoltare questa certezza nascosta nella soffitta dei ricordi, crea performance continue, che finiscono per portare anche risultati eccellenti.

La prova del nove sta nella pace del cuore o nella sensazione di non sentirti, appunto, comunque ok, compreso e valorizzato da quel gruppo di persone minimo della tua vita.

Quelle poche persone, che sono spesso solo due o tre, ricoprono tutta l'importanza che non ricoprono le altre centinaia che conosci.

Quindi la tua rincorsa all'eccellenza può essere proprio causata dall'urlo profondo che (non) senti da laggiù e che mina ogni tua relazione per te importante, che sia con una persona o che sia con il sogno.

Un inciso: i codici non hanno mezze misure: non c'è il codice "sei il penultimo" o "sei un pochino peggio di lui".

I codici sono o bianchi o neri.

O Peggiore, o migliore.

Vince il peggiore, perchè se ce l'hai, lo hai ereditato e quindi è già parte del vissuto inconscio dei tuoi antenati.

Ha quindi una forza coesa e determinante, antica di generazioni, dalle quali stai tentando di scappare da una vita.

Niente paura: ci si può fermare, per riorganizzare le informazioni in modo che fluiscano in maniera costruttiva e funzionale al risultato.

Quali sono queste informazioni?

Pace, gioia, amore, benessere, silenzio, serenità e certezza di sentirsi riconosciuto.

Io sono il migliore

"Dovrebbe essere un buon codice inconscio, dovrebbe permettermi di diventare il migliore, cos ha che non va?"

Domanda lecita, eccoti la risposta.

Se accanto a questo codice è presente il precedente, il tuo sono il migliore sarà depotenziato.

La voragine che crea il sono il peggiore rende utile il sono il migliore solo per illuderti e creare una realtà frustrante, in linea con quella di cui abbiamo parlato all'inizio: Il tuo genio è incompreso.

Come mai quindi crei una realtà nella quale gli altri non ti capiscono?

Perchè è l'unica nella quale puoi sentirti il migliore sentendoti il peggiore.

Se profondamente non ti senti all'altezza (il peggiore), lotti inevitabilmente per essere percepito meglio di così.

In alcuni contesti lo sei e lo dimostri, ma in quelli che contano non ti senti riconosciuto.

Anzi, quelle persone sembrano non capirti proprio, ti fanno sentire diverso, strano, quasi incomprensibile.

Tu sai che sono loro a non essere all'altezza, eppure fanno sentire te così.

Loro hanno una preparazione mediocre eppure...ti percepisci mediocre come loro, sebbene tu sappia di avere qualità superiori.

Come mai questo avviene?

A te servono intorno persone mediocri, incapaci di pensarla come te affinché tu possa sentirti migliore di qualcuno.

Grazie a loro tu non dovrai mai superare i tuoi limiti, potrai tenerti ad un livello al di poco sopra la media, perchè il tuo termine di paragone è nei confronti di chi, con certezza, ti dimostrerà di essere peggiore di te.

Soddisferai il tuo ego sabotante, che ti vuole migliore di qualcuno.

Ovviamente è un piacere meschino, poichè la tua volontà dice altro, vorrebbe essere portata ad altri livelli.

Altri livelli

Come giungere, quindi, ad altri livelli?

Spazio.

Bisogna creare spazio.

Bisogna avere il coraggio di lasciare andare questi punti di riferimento, considerandoli il nuovo minimo, utile alla tua ascesa.

Se la tua ambizione è che credano in te, devi andare a lavorare sul tuo concetto di credibilità, nei confronti di te stesso in primis.

Guarda il video di seguito:

Devi scegliere quali sono le tue ambizioni e quali sono le persone che ti dimostrano di riuscire ad ottenere ciò che vuoi raggiungere.

Devi creare intorno a te un ambiente che descrive solo ed esclusivamente il te nel risultato raggiunto.

Anche se non hai elementi che fisicamente non ti riconducano a quel risultato, inizi a crearli, giungendo anche a colorare le pareti di un colore che ti proietta laggiù nel sogno.

Il passo iniziale di ogni leader, è stato quello di diventarlo di se stesso.

In relazione con il proprio tempo, spazio, cibo, pensieri, parole, emozioni, relazioni.

Tutto deve essere coordinato ed in linea, che spinge forte verso la tua direzione.

Frequenta chi ha raggiunto il risultato cui ambisci, copiane i segreti, ispirati ed agisci nella stessa modalità, facendo emergere sia i tuoi blocchi che le tue forze per spostarli.

Che sia facile non è previsto.

Nulla, di ciò che vale, lo è.

Se saprai entrare nel flusso della vita di coloro che la cavalcano prendendola per le corna, allora si, a quel punto, può darsi che diventi facile, poichè il flusso inizierà a spingerti.

Succederà solo perchè sarai diventato abile a ricalibrare ad altissime velocità, ad occhi chiusi e con una fiducia purissima, poichè il tuo ecosistema sarà organizzato al dettaglio per sostenerti, qualora tu fossi, in quell'istante, dedicato a creare un nuovo vuoto, per creare il prossimo, meraviglioso passo.

Stefano Scialpi

About the author 

Stefano Scialpi

La sua carriera inizia con il progetto Task Force Balcani, per la Presidenza del Consiglio dei ministri ed in Fondazione Eni Enrico Mattei siede al tavolo con Domenico Siniscalco, futuro ministro dell’economia.

Correva l'anno 1999.

Da pioniere della comunicazione web, diventa in breve Project Manager e docente di neo laureati dell’Università Cattolica di Milano.

Nel 2002 si appassiona dello sviluppo delle potenzialità umane, da corsista ammira i suoi formatori e scopre una vocazione spontanea nei confronti della loro professione.

Nei 5 anni a Torino lavora su progetti ad alto impatto di UEFA, FIFA, NBC e rientrato a Milano collabora con Sky.

Nel 2007 la passione per l’insegnamento, le risposte negative della vita e la nascita della figlia lo spingono a riconsiderare le sue priorità e a sviluppare ciò che più lo appassiona: frequenta il triennio in pedagogia Steineriana e la scuola di Coaching, trovando la sua dimensione presso AsterysLab, di Giovanna D’Alessio e Pier Paolo Colasanti, pionieri del coaching in italia nel primo decennio del nuovo millennio.

Diventa Coach APCM nel 2011, sposando il modello ICF - International Coaching Federation.

Lavora per più di dieci anni come coach, attualmente prevalentemente nell’ambito Business, in progetti a largo respiro in multinazionali e Sport, con particolare dedizione ai calciatori professionisti.

Consegue la certificazione Mental Coaching che gli consegna il patentino CONI.

È autore di un romanzo dedicato alla crescita personale, Padre Figlio e Spirito Tanto e di un saggio che vuole portare luce su nuove chiavi di lettura relative all’inconscio, Il Manifesto dell’Inconscio.

Dal 2023 è Project Manager di FORMA-X, azienda con la quale sviluppa un modello di crescita personale e professionale innovativo nel quale l'individuo ed il team possono riorganizzare se stessi attraverso la ridefinizione dell'approccio mentale, emotivo, comportamentale e delle risorse interiori al singolo ed al gruppo

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