Marzo 31, 2021

L'ostacolo è lo strumento che valida il percorso

Da sempre, nella storia, chi ha portato innovazione ed è poi giunto al successo, è stato inizialmente profondamente ostacolato.

Solo chi ha ricevuto spinte da manipolazione, persuasione e potere ha avuto rapido accesso all'opinione pubblica ed è emerso rapidamente, imponendosi.

Lo ha fatto giocando su leve emotive quali paura, frustrazione, malessere, nella maggior parte dei casi utilizzate ad arte per ottenere rapidi consensi.

Per chi studia comunicazione è facile scovare ove si nascondono i tranelli per portare adepti ad una causa.

Chi invece porta innovazione profonda, segnando la storia, viene deriso, ostacolato, spesso emarginato ed addirittura, negli anni addietro, ucciso dall'ignoranza imperante.

Chi è riuscito, nonostante tutto, ha dovuto conoscere profondamente il contesto in cui agiva, facendo in modo di conviverci quasi serenamente, perché sebbene fosse in antitesi rispetto alle sue idee era il contesto dominante e per emergere doveva imparare a farlo secondo le regole del sistema.

È un po' come imparare a surfare.

L'errore che fanno in troppi è quello di mettersi contro il sistema, come nei più celebri film americani.

Scelta poco intelligente, poiché anche quantisticamente il termine contro con tutte le sue leve emotive non fa altro che creare contrasti.

È come prendere la tavola da surf e dato che si vuole cavalcare il mare e non si è d'accordo sul fatto che lui possa affogarci, prendiamo le onde di punta.

Vince lui.

È più forte.

E così vince la vita, strutturata su secoli di contrapposizioni.

Quindi, chi sente di essere un rivoluzionario, deve imparare ad esserlo in modo malleabile, intelligente, oculato.

Deve imparare a surfare il mare delle opposizioni, fino a che non siano loro, con la loro spinta, ad elevarlo lassù, sopra l'onda più alta.

Passandovi, prima, attraverso, restando focalizzato, in equilibrio, pronto ad essere spinto su, come mai prima d'ora.

Stefano Scialpi

About the author 

Stefano Scialpi

La sua carriera inizia con il progetto Task Force Balcani, per la Presidenza del Consiglio dei ministri ed in Fondazione Eni Enrico Mattei siede al tavolo con Domenico Siniscalco, futuro ministro dell’economia.

Correva l'anno 1999.

Da pioniere della comunicazione web, diventa in breve Project Manager e docente di neo laureati dell’Università Cattolica di Milano.

Nel 2002 si appassiona dello sviluppo delle potenzialità umane, da corsista ammira i suoi formatori e scopre una vocazione spontanea nei confronti della loro professione.

Nei 5 anni a Torino lavora su progetti ad alto impatto di UEFA, FIFA, NBC e rientrato a Milano collabora con Sky.

Nel 2007 la passione per l’insegnamento, le risposte negative della vita e la nascita della figlia lo spingono a riconsiderare le sue priorità e a sviluppare ciò che più lo appassiona: frequenta il triennio in pedagogia Steineriana e la scuola di Coaching, trovando la sua dimensione presso AsterysLab, di Giovanna D’Alessio e Pier Paolo Colasanti, pionieri del coaching in italia nel primo decennio del nuovo millennio.

Diventa Coach APCM nel 2011, sposando il modello ICF - International Coaching Federation.

Lavora per più di dieci anni come coach, attualmente prevalentemente nell’ambito Business, in progetti a largo respiro in multinazionali e Sport, con particolare dedizione ai calciatori professionisti.

Consegue la certificazione Mental Coaching che gli consegna il patentino CONI.

È autore di un romanzo dedicato alla crescita personale, Padre Figlio e Spirito Tanto e di un saggio che vuole portare luce su nuove chiavi di lettura relative all’inconscio, Il Manifesto dell’Inconscio.

Dal 2023 è Project Manager di FORMA-X, azienda con la quale sviluppa un modello di crescita personale e professionale innovativo nel quale l'individuo ed il team possono riorganizzare se stessi attraverso la ridefinizione dell'approccio mentale, emotivo, comportamentale e delle risorse interiori al singolo ed al gruppo

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