Agosto 20, 2021

Rilevo una costante ipocrisia nei cosiddetti professionisti della cura.

Persistono nel voler curare le persone conservando disordini nel loro intimo privato.

Ritengo che debba essere questa la rivoluzione indispensabile: può essere in grado di curare il prossimo solo colui che dimostra equilibrio nel proprio intimo, con sé stesso e con gli altri.

Me per primo, sono il primo ad essere costantemente sotto esame, da me stesso e dai professionisti cui mi sottopongo per le revisioni.

Attenzione: la revisione deve farla un professionista differente, non può essere fatta solo da un anziano della stessa disciplina.

Se la disciplina ha degli angoli ciechi, non verranno mai alla luce e le dinamiche resteranno dove si trovano.

Per questo fra i miei allievi ho medici, psicologi, psicoterapeuti ed insegnanti.

Ci si scova reciprocamente le dinamiche.

È inammissibile il cardiologo sovrappeso, lo psicologo frustrato, il Coach tormentato, il medico senza tempo libero per se e per i suoi cari, l’avvocato divorzista senza equilibrio familiare.

La società si basa su professioni colme di ipocrisia.

Attenzione: questo non significa che si debba puntare alla perfezione, ma che è necessaria un’integrità ed un’umiltà tale da impedirsi di perpetrare le proprie dinamiche interiori.

Poiché è ovvio che a livello inconscio il medico, insieme al suo operato, consegna nel corpo del guarito anche il suo vissuto.

Siamo energia, siamo tutti in contatto, siamo permeabili.Immagino un mondo nel quale chi cura gli altri lo faccia consapevole del fatto che tutti quegli altri rappresentano perfettamente il richiamo di aiuto che ha dentro di sé.

Intendo dire che più dentro è grande la voragine del bisogno di aiuto, più l’individuo si sente solo e abbandonato e più grande sarà il suo bisogno di salvare vite altrui.

Salvando gli altri ha l’illusione di salvare sé stesso.

Vorrei che si invertisse la destinazione d’uso.

Salvando se stesso ha gli strumenti per salvare gli altri.

Chi non lo fa, utilizza gli altri per guarire se stesso, inconsapevolmente.

Ne porta via un pezzo.

Il mondo che voglio deve essere contrario.

Sono guarito.

Per questo so come guarirti.

Serve un grande passo di umiltà.

Stefano Scialpi

About the author 

Stefano Scialpi

La sua carriera inizia con il progetto Task Force Balcani, per la Presidenza del Consiglio dei ministri ed in Fondazione Eni Enrico Mattei siede al tavolo con Domenico Siniscalco, futuro ministro dell’economia.

Correva l'anno 1999.

Da pioniere della comunicazione web, diventa in breve Project Manager e docente di neo laureati dell’Università Cattolica di Milano.

Nel 2002 si appassiona dello sviluppo delle potenzialità umane, da corsista ammira i suoi formatori e scopre una vocazione spontanea nei confronti della loro professione.

Nei 5 anni a Torino lavora su progetti ad alto impatto di UEFA, FIFA, NBC e rientrato a Milano collabora con Sky.

Nel 2007 la passione per l’insegnamento, le risposte negative della vita e la nascita della figlia lo spingono a riconsiderare le sue priorità e a sviluppare ciò che più lo appassiona: frequenta il triennio in pedagogia Steineriana e la scuola di Coaching, trovando la sua dimensione presso AsterysLab, di Giovanna D’Alessio e Pier Paolo Colasanti, pionieri del coaching in italia nel primo decennio del nuovo millennio.

Diventa Coach APCM nel 2011, sposando il modello ICF - International Coaching Federation.

Lavora per più di dieci anni come coach, attualmente prevalentemente nell’ambito Business, in progetti a largo respiro in multinazionali e Sport, con particolare dedizione ai calciatori professionisti.

Consegue la certificazione Mental Coaching che gli consegna il patentino CONI.

È autore di un romanzo dedicato alla crescita personale, Padre Figlio e Spirito Tanto e di un saggio che vuole portare luce su nuove chiavi di lettura relative all’inconscio, Il Manifesto dell’Inconscio.

Dal 2023 è Project Manager di FORMA-X, azienda con la quale sviluppa un modello di crescita personale e professionale innovativo nel quale l'individuo ed il team possono riorganizzare se stessi attraverso la ridefinizione dell'approccio mentale, emotivo, comportamentale e delle risorse interiori al singolo ed al gruppo

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