Partiamo dal BigBang
L’attitudine spontanea che spinge l’essere umano a scoprire, ad evolvere, ad espandere conoscenze e coscienza, sembra trarre radici dal moto perpetuo dell’universo, che tende inesorabilmente ad espandersi a causa di quello che venne definito il BigBang.
L’osservazione dell’universo nei secoli ha portato alla conclusione che una massa informe ha dato origine a tutte le cose a seguito di un’esplosione cosmica.
Vi si è arrivati per logica conseguenza: se l’universo è in espansione ed i corpi celesti si allontanano da un centro comune, significa che un tempo ne erano parte.
La forza repulsiva, di cui non si conosce natura, costituisce una costante cosmologica che provoca l’espansione.
L’essere umano, facente parte del tutto, ne è direttamente influenzato e partecipa a questa espansione, sia subendola che cooperandovi fattivamente.
Sorrido quando sento dire “Dobbiamo salvare il pianeta”, come se ne avessimo davvero il potere.
Il pianeta, facendo anch’esso parte del tutto, è benissimo in grado di salvarsi da solo, espellendo il corpo estraneo qualora diventasse oltremodo velenoso.
Il pianeta, ben saldo sulla sua storia, abitava la galassia ben prima dell’uomo e proseguirebbe il suo soggiorno anche dopo l’uomo, che dovrebbe solo occuparsi di rendere felice la sua esile esistenza in una tridimensionalità corporea della durata irrisoria, rispetto alle ere cosmiche.
L’evoluzione dell’ultima specie
Nell’ultimo ventennio (oggi 2022) il bambino è passato dal giocare a Lego e Bambole al saper utilizzare uno strumento altamente tecnologico quale smartphone o tablet.
Lo usa con dimestichezza, con capacità di gran lunga più sviluppate di molti adulti.
Lo stesso bambino, negli anni 90, aveva a disposizione consolle di videogiochi o personal computer, ma in relazione con essi produceva solamente qualche disastro, non era in grado di essere parte della tecnologia del tempo.
Oggi è innegabilmente immerso in ciò che gli viene proposto, senza procurare danno alcuno allo strumento che utilizza.
In vent’anni la spinta tecnologica ha prodotto un’evoluzione tale, nel bambino e di conseguenza nell’essere umano, senza precedenti.
Si potrebbe dire che quella forza repulsiva e perpetua del cosmo, abbia finito per diventare, a livello dell’essere umano, una variabile incrementale, che ha provocato un’accelerazione indiscutibile sullo sviluppo di alcune sue capacità, prima latenti.
I giovani di oggi sono ben diversi dai giovani di ieri.
Non è nostro compito giudicarne miglioramenti o peggioramenti, in questa sede osserviamo le differenze: ognuno di noi può evidenziare come i quattordicenni degli anni 90 in fotografia risultino anziani, rispetto ai quattordicenni di oggi.
L’osservazione che tratto in questo articolo quindi ha basi empiriche e si riferisce allo studio dei comportamenti, della rapidità di pensiero applicato alla tecnologia e ad un rapporto con il proprio aspetto fisico che risulta essere differente rispetto al passato.
L’evoluzione sembra essere avvenuta proprio in questi termini, il che evidenzia un aspetto decisamente interessante: la tendenza sembra essere inversa se l’attenzione viene posta su emozioni, pensare filosofico, arte, relazione con se stessi, spiritualità.
La spiritualità della fatica
La spiritualità di cui si vuol parlare nulla ha a che vedere con la religione, ma si affida alle forze spirituali che un essere umano ha sviluppato dall’alba dei tempi superando se stesso.
Mi riferisco, ad esempio, alla costruzione di cattedrali in epoche in cui la tecnologia era data dall’ingegno applicato a muscoli e forza d’animo, alla produzione di abiti in periodi in cui si tesseva la lana con il canovaccio a mano, o la realizzazione di ponti, strade, monumenti era una sfida che implicava la possibilità di non veder l’opera conclusa, a causa degli anni necessari alla sua preparazione.
Per non parlare del lavoro nei campi, senza mezzi agricoli.
Il comun denominatore era la fatica del corpo fisico, in grado di sviluppare forza di volontà, di spirito, d’animo e che costringeva l’umano a tirare fuori il meglio da sè, di sè, per salvare se stesso e i propri cari.
L’umano non è cambiato, il suo funzionamento di base è il medesimo, lo sviluppo delle sue caratteristiche attinge anche oggi dalla produzione o meno di forza di volontà applicata all’azione: la sua lotta all’omeostasi lo conduce verso la costruzione di un sè di cui sentirsi fiero.
In passato, le emozioni erano destinate a dolori tangibili, non c’era tempo per la depressione data dalla noia, bisognava salvarsi la vita.
I pensieri dovevano essere efficaci, pratici, utili.
Venivano partoriti bambini e fatti interventi senza anestesia.
L’evoluzione non può mancare
Uomini e donne che superavano queste esperienze erano colmi di nuove forze spirituali, poiché avevano uno stretto contatto con la morte ed il fatto che era grazie alle proprie capacità, apprese o emerse durante l’esperienza, che ne uscivano sani e salvi permetteva loro di sviluppare una nuova considerazione di sé, che viene riconosciuta oggi come evoluzione personale.
La spiritualità, che si può riassumere approssimativamente con “tutto l’invisibile con cui siamo in contatto e ci permette di sentirci in vita”, è da sempre stata prodotta dalla vittoria su se stessi, quindi dalla fatica e/o dalla sofferenza, abili alleate di chi vuole vivere una vita da raccontare.
Gli altri sono sempre stati spazzati via.
Così sarà sempre.
Questo moto perpetuo del cosmo, in questa era di accelerazioni improvvise, non prevede di lasciare indietro nessuna parte costitutiva dell’essere umano.
NESSUNA.
Di conseguenza metterà in moto le forze necessarie affinchè l’umano segua il flusso planetario, a costo di torturarlo, di nuovo, fisicamente, pur di risvegliare le forze spirituali che lo posizionano alla velocità perpetua del cosmo.
Sono le forze dello spirito che spingono i corpi celesti.
Sono le forze dello spirito che spingono l’uomo oltre se stesso.
Se lo dimentica, il sistema provvede.
Dittatura o evoluzione?
Veniamo alla dittatura.
Se un umano ha rinunciato troppo presto a se stesso, la sua vita ad un certo punto verrà violentata, al fine di essere recuperato, mediante la fatica di rialzarsi.
Se molti umani hanno rinunciato a se stessi, il sistema provvederà a chiuderli in un angolo pur di risvegliare la loro voglia di libertà.
Poichè il sistema è creato da loro, impiegherà molto tempo prima che si accorgano che questo accada e la sofferenza durerà tanta quanta fatica sarà necessaria allo sviluppo delle forze spirituali.
Se sarà necessaria una dittatura affinché il genere umano si risvegli di nuovo, dittatura sarà.
Non è possibile contrastare le forze del cosmo, è intelligente conoscerle ed imparare le sue regole, per non essere travolti, ma surfare, quando l’onda dell’evoluzione si alza imponente sopra l’umanità dormiente.
Stefano Scialpi
#ascuoladiconsapevolezza