Novembre 2, 2019

Se ti senti derubato è perché hai dimenticato la porta di casa aperta.

Fine del motivo.

Semplice, logico, lineare.

È come lasciare una bistecca a due passi dalla cuccia di un cane affamato e poi sentirsi derubati per il fatto che lui se la sia mangiata.

L'hai messa tu lì, le conseguenze sono naturali.
Il cane affamato si mangia la bistecca.

So di poter sembrare poco gentile nel dirti questo, ma conosco profondamente la sensazione di falso furto che si prova quando finisce una relazione di coppia.

Se ti senti derubato, stai incarnando alla perfezione le vesti del martire.
Non me ne volere, è così.

Se lo sostieni a voce alta, vuoi attirare l'attenzione e far si che le persone si impietosiscano a causa della tua situazione dolorosa, frutto della tua bontà infinita.

La classica bontà infinita, che per altri versi potrei chiamarla

Sindrome di chi è troppo buono (e la prende in quel posto)

In realtà si tratta semplicemente di quel fottutissimo eccesso di zelo.

Già, dicasi eccesso di zelo l'eccesso di impegno costante e diligente nell’agire, nel perseguire un fine ( Garzanti).

Il fine, nel tuo caso, si chiama Accontentarla in tutto e per tutto, quindi l'eccesso sta nell'aver tentato di accontentarla in tutto e per tutto per poi sentirti male per non aver ricevuto nulla in cambio.

Ecco dove hai lasciato la porta aperta, anzi, direi che hai aperto anche le finestre e l'abbaino sul tetto.

Quando vuoi accontentare in tutto e per tutto una persona, a meno che lei non sia in uno stato di salute che le impedisce di fare le cose da sè, stai rubando opportunità sia a te stesso che a lei.

Con la scusa del principe azzurro senza macchia e senza paura, abbinata alla terza sindrome dalla quale sei colpito, quella del supereroe, sei finito nel vivere una relazione di coppia nella quale di te non c'era più traccia!

Quali sono le opportunità che rubavi sia a te che a lei?

L'opportunità che rubavi a te stesso

Beh a te una su tutte: rubavi a te stesso l'opportunità di imparare a dirle di no.

Perché tu non sai dirle di no.

Un no chiaro, semplice, sentito, vero.

Un semplice

No.

Non me la sento.

Punto.

A capo.

Senza spiegazioni ulteriori.

Non me la sento.

Semplice, autentico, lineare.

Perché tu, in profondità, vivevi il bisogno di fare le cose per lei per sentirti importante, ma nella maggior parte dei casi le avresti risposto semplicemente NO.

Non lo hai fatto, magari non sai farlo ancora oggi, perché hai paura che ti giudichi male, che risponda male, che non ti voglia bene, che smetta di amarti.

Quindi il tuo agire non è profondamente onesto, ma è viziato dal soddisfare il tuo bisogno di occuparti di lei, quindi in poche parole sotto il falso cappello del Dare, si celava l'autentico gesto del prendere.

Tu la usavi per sentirti utile.

Quindi non ti stavi occupando di lei, ma di te, in maniera subdola.

Usavi lei per occuparti di te, per occuparti di sentirti gratificato.

Gran parte di questi pensieri e di queste azioni sono inconsci, cioè non te ne rendevi conto, quindi se ti viene da mandarmi a quel paese è coerente, neanche io me ne rendevo conto quando ci ero dentro, molto tempo dopo ho riletto la situazione e visto che le cose erano proprio come ti sto raccontando.

Voglio dirti che non ti sto colpevolizzando ma che ti capisco profondamente e sono dispiaciuto quanto te per come sono andate le cose, ma bisogna avere la forza di analizzare i fatti con distacco in modo da non vivere nel dolore del ricordo, ma nella forza della trasformazione.

Ho verificato che non è stato così solo per me, ma è andata così a tutti quelli che si sentono derubati.

Hanno tutti lasciato la porta aperta.

Con l'illusione di uscire ad aiutarla in realtà le lasciavamo libero accesso a tutte le nostre intimità.

E la porta restava aperta, a disposizione di tutti coloro che volevano risorse da noi.

Ma cosa intendo, chiaramente, con questa porta aperta?

Semplice : la porta aperta significa che con la scusa di non farle mancare niente , non hai mai protetto il tuo spazio interiore, eri così focalizzato sull'accontentare lei che non ti sei mai premurato di osservare se a te ed in te succedeva qualcosa che non ti piaceva, che ti facesse capire che stavi facendo una cavolata.

Se tu fungevi da servitore, perché come abbiamo visto il tuo unico significato di vita era di accontentare lei, lei non poteva far altro che prendere tutto ciò che mettevi a disposizione fino a quando non si è stufata della solita merce.

Hai lasciato la porta aperta, lei è entrata, ha preso tutto quello che le hai lasciato lì, incustodito e poi quando ha finito se ne è andata, perché non c'era più niente di interessante.

Mancavi tu

Tu non c'eri, perché anche se il corpo era lì, tu in realtà eri fuori di casa ad occuparti di lei, a pensare a come accontentarla di nuovo, a cercare una soluzione per il prossimo problema.

Perché è ovvio, ci sarà un prossimo problema da risolvere, se no a cosa servi?

Se ti senti derubato, purtroppo, è a causa tua che non le hai mai detto di no o se lo hai fatto hai usato una voce intollerabile, sia stata essa accondiscendente o reattiva.

Il tuo NO deve essere pulito, integro, gentile, comprensivo, sia di te stesso che di lei.

Chiaramente può riuscirti così se sei disposto a cambiar mindset, iniziando a pensare seguendo il paradigma che dice che ognuno di noi è totalmente responsabile di ciò che gli succede.

Quindi tu, come già anticipato, sei il responsabile dei suoi furti.

Ti avevo detto che nella mancanza dei tuoi NO toglievi un'opportunità anche a lei.

Già, è così.

L'opportunità che tu rubavi a lei

Tutte le volte che non sei riuscito a dirle di no o a dire ciò che senti, a vantaggio di un atteggiamento remissivo e sempre iper disponibile, le hai fatto un danno importante, sebbene nessuno dei due se ne sia reso conto.

Tendenzialmente una persona che prende troppo dalla relazione, lo fa perché ha estremo bisogno della presenza dell'altro quindi lo sfrutta in ogni modo perché non ha sviluppato la sensibilità che le permetterebbe di percepire il limite dello spazio altrui.

Inoltre se ci aggiungi il fatto che tu non dimostri interesse per i tuoi confini, il mix diabolico è fatto.

Se tu le dici ciò che pensi davvero o un bel NO sentito, con spiegazione semplice che dice "Non me la sento", lei istintivamente potrà reagire male, ma se nutri fermezza e riesci a non farti portare da lei nella sua reazione, proteggendo ciò che provi, lei sarà indotta a rispettare i tuoi spazi e di consegue modellerà i suoi comportamenti per rispettarti.

Ed imparerà una nuova forma di rispetto dell'altro, per lei indispensabile se fino ad ora non la conosceva.

Questo non potrà mai farlo se tu ti annulli.

Non a caso la frase che sento dire spesso a chi si sente derubato è

Mi sono annullato per lei

Quindi è ovvio che lei se ne vada, tu ti sei annullato, il che equivale a sparire caratterialmente, quindi lei con chi dovrebbe averla la relazione?

So che ti verrà da pensare

Si va beh, adesso lei non ha nessuna colpa.

Ma in realtà qui noi non sto dando le colpe a qualcuno , sto consegnando a te le tue responsabilità per stare bene con te stesso ed evitare perdite di tempo dovute alla sofferenza indotta da questo equivoco.

Lei ha fatto solo ciò che le hai permesso, ho buttato diverse relazioni in passato perché mi avevano educato al far sentire una donna una principessa, lasciando da parte me stesso, il che non ha mai fatto funzionare le cose.

Erano molti i conflitti e poche le situazioni di crescita.

Io ero come il suo maggiordomo ed ero certissimo che fosse la cosa giusta da fare.

Lo è , se vuoi soffrire a lungo.

Pensare di essere stato derubato non ti serve a nulla

Io ho deciso di trovare la migliore delle soluzioni.

Non ho trovato nessuno che me la mostrasse, sono andato avanti per tentativi.

A te voglio evitare i tentativi, che equivalgono a perdere porzioni importanti di vita.

Per cui ricordati che nessuno ti ha derubato, sei tu ad aver permesso che entrassero in casa e ti portassero via le cose più preziose.

È compito tuo curare l'ingresso è fare il controllo giornaliero degli accessi, impedendo di entrare a chi non si toglie le scarpe e procede con delicatezza, cura e affetto.

Il custode sei tu.

Non può farlo nessun altro.

Cosa fare quindi?

Sta a te.

Innanzitutto cambia prospettiva.

Non sei stato derubato, hai smesso di usare le tue capacità maschili, le tue forze da uomo.

Oppure non le hai mai scoperte, sono quelle che ti permettono di sentirti sempre rispettato, ascoltato, valorizzato, accolto e di essere la guida che meriti accanto ad una donna.

Se non le hai ancora sperimentate, devi svilupparle.

Devi darti da fare, perché significa che ancora non hai vissuto la parte migliore di te.

Se proprio non sai da che parte cominciare, scrivimi.

About the author 

Stefano Scialpi

La sua carriera inizia con il progetto Task Force Balcani, per la Presidenza del Consiglio dei ministri ed in Fondazione Eni Enrico Mattei siede al tavolo con Domenico Siniscalco, futuro ministro dell’economia.

Correva l'anno 1999.

Da pioniere della comunicazione web, diventa in breve Project Manager e docente di neo laureati dell’Università Cattolica di Milano.

Nel 2002 si appassiona dello sviluppo delle potenzialità umane, da corsista ammira i suoi formatori e scopre una vocazione spontanea nei confronti della loro professione.

Nei 5 anni a Torino lavora su progetti ad alto impatto di UEFA, FIFA, NBC e rientrato a Milano collabora con Sky.

Nel 2007 la passione per l’insegnamento, le risposte negative della vita e la nascita della figlia lo spingono a riconsiderare le sue priorità e a sviluppare ciò che più lo appassiona: frequenta il triennio in pedagogia Steineriana e la scuola di Coaching, trovando la sua dimensione presso AsterysLab, di Giovanna D’Alessio e Pier Paolo Colasanti, pionieri del coaching in italia nel primo decennio del nuovo millennio.

Diventa Coach APCM nel 2011, sposando il modello ICF - International Coaching Federation.

Lavora per più di dieci anni come coach, attualmente prevalentemente nell’ambito Business, in progetti a largo respiro in multinazionali e Sport, con particolare dedizione ai calciatori professionisti.

Consegue la certificazione Mental Coaching che gli consegna il patentino CONI.

È autore di un romanzo dedicato alla crescita personale, Padre Figlio e Spirito Tanto e di un saggio che vuole portare luce su nuove chiavi di lettura relative all’inconscio, Il Manifesto dell’Inconscio.

Dal 2023 è Project Manager di FORMA-X, azienda con la quale sviluppa un modello di crescita personale e professionale innovativo nel quale l'individuo ed il team possono riorganizzare se stessi attraverso la ridefinizione dell'approccio mentale, emotivo, comportamentale e delle risorse interiori al singolo ed al gruppo

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