Il tuo problema è la diplomazia.
Ti hanno insegnato che devi andare bene a tutti e ci hai creduto.
Così finisci per snaturarti giorno dopo giorno, cercando di soddisfare chiunque.
Il brutto è che quasi ce la fai, soddisfi tutti.
Tranne te.
Che resti a bocca asciutta.
Il tuo problema è la diplomazia.
Essere te stesso è scomodo ma è l’unica via verso la pace.
Essere te stesso, fra l’altro, è scomodo soprattutto per te, che non sai neanche quale sia il segnale che dimostra chi è, dentro di te, te stesso.
Quindi l’unica via è la ricerca interiore.
Che ti rende diverso, ovviamente.
Diverso da prima.
Diverso da quello che pensavi essere te stesso.
Diverso dagli altri.
Già, perché per quegli altri c’era il te di prima.
Ora, se diventi il te di adesso, sarai interessato ed interessante per gli altri di adesso.
La diplomazia non ti servirà più.
Perché chi è in sé stesso ha a disposizione i valori profondi dell’essere umano, con annesse tutte le potenzialità per metterli in pratica.
Quindi sarai diplomatico senza deciderlo, ma per semplice applicazione della giusta parte di te nel momento giusto.
Spontaneamente, si, puoi funzionare così.
Senza fatica.
Un giorno più in là.
Nel mezzo, ci sarà un pò di caos.
Per smontare chi ti abita e ti reca danno e far germogliare chi ti vive ma non hai mai ascoltato.
Non c’è una mezza via.
Non c’è una mezza scelta.
O dentro o fuori.
Se stai a metà, soffri come chi, nell’antichità, veniva squartato.
Un pò splatter, lo so.
Ma, d’altra parte, è meglio un esempio splatter che una vita squartata.
Come, purtroppo, si accontentano di vivere in molti.
Tu, invece, che fai?
Accontenti gli altri o scegli di essere te?
Quale te?
Boh, buona ricerca.
Stefano Scialpi